10 Agosto 2020

RELINING NO-DIG: DALLA PARTE DELL’AZIENDA, DALLA PARTE DELL’AMBIENTE.

Quando pensiamo al risanamento di condotte interrate all’interno di stabilimenti o di aree industriali, di zone di carico o di passaggio di mezzi, è facile capire immediatamente che ci troviamo a che fare con interventi il cui impatto economico rischia di essere molto rilevante.
Le tecniche operative tradizionali comportano una serie di fasi: l’identificazione delle tubature ammalorate, lo scavo, la rimozione delle parti usurate, l’installazione degli elementi nuovi, la rimessa in opera del sistema, con i dovuti test, e la chiusura dello scavo (spesso con la necessità di ripristinare il fondo stradale).
Infine c’è lo smaltimento delle vecchie condotte, da effettuare a norma di regolamento.
È evidente che, insieme alle spese effettive di manodopera e materiali, si somma il costo dei disagi: l’indisponibilità del sistema di condotte e la non percorribilità dell’area interessata allo scavo.
Talvolta, un blocco delle attività di alcuni giorni.

In quest’ottica risulta eccezionalmente chiaro il diffondersi delle tecniche No-Dig (o Trenchless), quelle che consentono di intervenire, ma senza necessità di scavare: ripristinando la completa funzionalità delle condotte interrate, danneggiate o usurate, operando all’interno delle condotte stesse in modo rapido, economico, efficiente e con un basso impatto ambientale.
Queste metodologie prevedono un intervento in tre fasi:

- videoispezione: con l’utilizzo di apparecchiature televisive CCTV montate su carrelli teleguidati e collegate a software specifici, si verifica lo stato delle tubature e i difetti (ammaloramenti, cedimenti, etc).
- sulla base dell’analisi dei dati e delle immagini della videoispezione, si definisce il modo più efficace per intervenire.
- si determina un punto di intercettazione della condotta e si inserisce all’interno della stessa un tubo flessibile, rivestito da membrane plastiche e impregnato con una resina termo/fotoindurente. Il tubo, una volta inserito, viene espanso fino a aderire alle pareti della tubatura. In questo modo, ne assume la forma e ne ripristina (migliorandole ulteriormente) le funzionalità.
Il risanamento No-Dig porta a un reale e completo rinnovamento della condotta esistente, con addirittura una resa migliorata in termini di efficacia idraulica e statica.
I tempi ridotti e il non-utilizzo di condotte sostitutive portano un deciso risparmio economico. Da aggiungere al fatto che l’assenza di scavi e intralci permette all’intervento non solo di essere rapido, ma di non ostacolare la normale attività dell’azienda, scongiurando ritardi o blocchi operativi.
Con un vantaggio in più: oltre al minor costo economico, c’è una maggiore sostenibilità poiché non c’è necessità di smaltimento dei materiali usurati e perché le tecniche utilizzate sono eseguite con procedimenti a freddo, a bassissimo impatto ambientale e con materiali certificati.

In.Te.Co. realizza il risanamento (relining) di condotte destinate alla distribuzione e al trasporto di acqua potabile, con diametri compresi tra 80 e 800 mm, e di condotte destinate alla distribuzione e al trasporto di gas naturale, fino alla quarta specie, con diametri compresi tra 100 e 600 mm, sia con tecnologie di tipo C.I.P.P. sia con tecnologia Hose lining.

Per saperne di più sui servizi di risanamento di In.Te.Co.:
- risanamento di acquedotti e gasdotti: clicchi qui
- risanamento di condotte fognarie: clicchi qui
- risanamento No-Dig a raggi U.V.: clicchi qui
- risanamenti localizzati in condotte: clicchi qui
- risanamento di vasche e manufatti: clicchi qui

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